venerdì 30 agosto 2013

L’omeopatia



L’omeopatia



L’uomo non è malato perché ha una malattia, ma ha una malattia perché è malato.

Stupidata! No, è il principio su cui si è basato  Samuel Hahnemann per trovare i rimedi omeopatici.

Concordo perfettamente con il suo pensiero.

Se noi non fossimo “malati” non potremmo essere aggrediti da alcuna malattia.

Il fatto è che la “malattia” di cui siamo ammalati non è visibile, spesso è asintomatica ed anche “travestita” da altra patologia.


Così, come sul piano fisiologico è possibile si verifichino questi stati, anche su quello psicologico è possibile si rappresentino stranezze simili.

E se per “curare” l’ammalato l’omeopata deve trovare il rimedio e non due o tre…così sul piano della psiche occorre scoprire il principio del disagio qualunque esso sia.

Trovato il principio diviene semplice la cura.

In confronto al piano fisico, su quello psicologico abbiamo un grande vantaggio, i “disagi” sono solo tre! Paura, senso di colpa, esigenza di essere puniti, ossia espiazione.

Il fatto è che se ci si punisce si prova collera, quindi desiderio di vendetta, poi nuovamente paura per avere anche solo pensato alla vendetta e così via.

Esiste però un modo per uscire dal circuito.

Chiedere aiuto a Gesù e/o allo Spirito Santo.

Non sto parlando di “terapia”, non è una terapia, non vuole nemmeno lontanamente essere una terapia, è un modo diverso di osservare le cose, un punto di vista diverso, una modalità diversa, che non toglie nulla allo psicoterapeuta o allo psichiatra.

Ci si rivolge allo Spirito. Con umiltà, chiarezza di idee, volontà di esserci e di amare.

In fondo chiediamo amore!

E certamente Gesù non lo nega, così nemmeno lo Spirito Santo!

Ogni disagio non è altro che una manifestazione di instabilità spirituale, che rappresentiamo nei diversi modi, che peraltro “scegliamo”!

Non ci “capita” un raffreddore e nemmeno una polmonite. In realtà non ci capita nulla che non sia stato ben organizzato dalla nostra coscienza profonda, anche se poi scordato.

Il titolo di questo articolo, forse, è stato leggermente superato da forme filosofiche inconsuete, ma se ci si pensa un po’…forse è omeopatia anche trovare il rimedio adatto alla nostra vita Spirituale e sociale.

Riflettete un po’…bastano una decina di anni…forse.

Ciao

                                                                   Paolo Oddenino Paris


giovedì 29 agosto 2013

La funzione della carta-vetro



La funzione della carta-vetro

Moltissime persone credono che la carta-vetro serva per lisciare superfici, renderle più gradevoli alla vista ed al tatto…Vero.
Ma esiste una funzione che pochissimi conoscono. Quella di raschiare via dal cervello idee errate. Forse a qualcuno potrebbe sembrare esagerato, ma vi posso assicurare che a volte, nonostante questa pratica, certe idee permangono.
Un esempio: che il “Maestro” debba mostrare i suoi poteri. Che debba dare esibizione di se stesso nelle più diverse manifestazioni. Che “svolazzi” o cammini sulle acque…
Paolo Oddenino Paris

A me è capitato di camminare sulla neve, nel fuoco, e di svolazzare, ma sempre e solo per i fatti miei e non intendo certo dare “dimostrazioni”. D’altronde la Via ha un assioma che ricordo dice: “Sperimenta  e verifica”, ossia, io ti dico come fare e tu lo fai!
Poi rimani sorpreso dal fatto che ti riesce pure, ma tant’è…
Che io sappia nessun “Guru” Indiano ha mai dato dimostrazioni di volare o di diventare invisibile, ciononostante quasi tutti hanno avuto ed hanno tutt’ora migliaia di seguaci.
Eh…però loro sono Indiani.
Un tizio nato e vissuto a Torino, vuoi mettere, non è nessuno in confronto.
Mi consola il fatto che, solo in Italia, oltre 30mila persone abbiano seguito i miei seminari e che oltre 3000 persone abbiano frequentato l’Accademia, pur sapendo che l’autore dei seminari e la Guida dell’Accademia è un Italiano.
Non esiste carta-vetro per certi cervelli, ci vorrebbe proprio una piallatrice.
Ma credo che nemmeno con quella si otterrebbe qualcosa, d’altronde non vi è più sordo di chi non vuol sentire.
In compenso vi sono persone che continuano a scrivermi o a telefonarmi per ringraziarmi di ciò che hanno ricevuto, senza contare il fatto che i “fuori corso” sono sempre entusiasti delle novità che propongo.
Non è mai stato necessario che diventassi invisibile di fronte a loro, è stato sufficiente spiegare come si fa e lo hanno fatto, così come non è mai stato necessario che mi esibissi in una levitazione, ma solo che spiegassi come fare e loro lo hanno fatto.
Così come essere in tre o quattro luoghi contemporaneamente, oppure portare energia a chi ne avesse bisogno. Tutti lo hanno fatto e con facilità.
Non ho dovuto usare la carta-vetro, solo dare spiegazioni filosofiche e la tecnica.
Ricordo un pomeriggio a Palermo, stavo dicendo che non abbiamo limiti, quando fui interrotto da un tizio che mi disse di non dire stupidaggini. Esattamente mi disse: “Ecco io voglio toccarmi con il mignolo della mano sinistra il gomito sinistro. E questo è un limite”.
“Ma no” Risposi “Se vuole vengo da lei e glielo faccio toccare”.
“Ah si? E come farebbe?” Chiese con aria di sfida.
“Le rompo il braccio, semplice”. Risposi.
La conversazione non continuò perché un giovane invitò l’imbecille ad uscire dall’aula nella quale tenevo la conferenza, perché, spiegò che tutti loro erano interessati al mio discorso e non avevano bisogno di nessuna dimostrazione, anche perché io stavo parlando dei limiti della mente e non del corpo. E l’imbecille uscì.
Scoprii dopo che era il presidente dell’associazione Psicologi di Palermo.
A voi ogni considerazione.
L’invito in questo articolo è di non munirvi di carta-vetro, ma di pazienza e di un po’ di umorismo, nel caso incontraste persone con un cervello arrugginito.
Ma di solito più che di cervello nella testa hanno solo segatura.
Agli amici più cari un saluto ed un sorriso.
                                                                   Paolo Oddenino Paris

martedì 27 agosto 2013

L'ABBONDANZA (3°parte)



L’ABBONDANZA  3



Secondo il dizionario Italiano per abbondanza si intende ; grande quantità, dovizia,  tutto ciò che serve per ben vivere, agiatezza, benessere.


In questo contesto, invece, per abbondanza significheremo molto di più.


Abbondanza di amore, pace, serenità, gioia, allegria, qualità interiori, abilità, ecc.


Per iniziare voglio che ci si ricordi di alcune volte in cui l’abbondanza era presente. Di qualunque cosa si trattasse purché gradevole.


Nel contesto in cui siamo presenti, spesso non ricordiamo che vi sono persone, bambini, che muoiono di fame! Che non hanno casa, immaginate le diverse “baraccopoli” situate nei pressi di città ricche, come Rio de Janeiro, oppure Nuova Delhi, o altre che avreste conosciuto o visto nei documentari.

In realtà, noi, stiamo, in confronto a loro in una situazione di grande abbondanza.


Voglio però portare l’attenzione a qualcosa che ci sembra manchi.

Non parlerò mai di denaro!


Gli esercizi che vi propongo mirano a aumentare ciò che si ha già, soprattutto interiormente.


Alcuni esercizi potranno sembrare banali, ma in realtà non lo sono affatto.


Ecco un esempio:

Ricorda una  volta in cui hai mangiato con abbondanza…ed ora non pensare allo stomaco pieno, ma a cosa provavi emozionalmente. E fai una breve descrizione, di una riga.



_____________________________________________________________



Ora ricorda una volta in cui invece ti sei sentito carente di qualcosa e descrivi il tuo stato d’animo, in una riga.



Ora ricorda una volta in cui eri pienamente soddisfatto di un evento che ti era capitato, descrivendo, in una riga, la tua soddisfazione.


Ora esegui l’esercizio in coppia:


Una cosa di cui mi sento in abbondanza è :…….


Cambio


Una cosa di cui mi sento carente è:……………….


Cambio


Una cosa che posso fare per avere più abbondanza di….è…..


Cambio


Una cosa che rifiuto di fare per avere più abbondanza di …è…..


Cambio


Una cosa che ho fatto per avere più abbondanza di….è stata…..


Cambio


Una cosa che non ho fatto per avere più abbondanza di….è stata…..


Cambio


Una considerazione che ho dell’abbondanza è …….


Cambio


Una cosa che voglio abbondi di più nella mia vita è…..

Cambio


(Questo esercizio va ripetuto per quante cose si vogliono in modo più abbondantemente)


Per avere più abbondanza di qualunque cosa occorre seguire un criterio basato su  7   punti.


1)   Dare inizio al processo

2)   Svilupparlo

3)   Miglioralo

4)   Individuare gli “errori”

5)   Correggerli

6)   Portarlo avanti con ferma determinazione

7)   Terminarlo


A volte il processo non deve necessariamente terminare ma proseguire per anni…

Ora portiamo l’attenzione a ciò che si è perso a causa di….


Una volta ho perso….a causa di….e non ne ho più avuto in abbondanza.


Cambio


Una cosa che posso fare ora per riottenere quanto perso è……


Cambio


Potrebbe succedere che oggi non sia più possibile riottenere quanto perso, in questo caso ci si rivolge a qualcosa di più simile possibile.


Ora ci rivolgiamo a ciò che si vuole ottenere in abbondanza.


Una cosa che voglio in abbondanza è….


Cambio


(si esegue l’esercizio per almeno 5 cose)


Per ottenere quanto detto ci si comporta come nel paragrafo dei 7 punti.


Se fosse un’abilità si inizia ad esercitarsi in essa.


Se fosse invece una qualità si inizia comportandosi come se fosse già presente.


Non è difficile, è sufficiente immergersi nel personaggio che possiede quelle qualità.


Ora ricorda una volta in cui l’abbondanza era presente su più cose e senti come ti senti. Descrivi a te stesso : tipo di respiro, battito cardiaco, tono dell’umore, temperatura, emozione più forte, modo di camminare, tono della voce, timbro della voce, mimica facciale, sensazioni fisiche, cosa guardavi e come, suoni e/o voci presenti.


Quando vorrai tornare in quella condizione di abbondanza ricalca tutti i punti che hai identificato. L’abbondanza è una condizione che è possibile ricreare ricalcando l’intero complesso del nostro organismo. Esso inciderà sul cervello il quale darà il comando di essere nella stessa condizione di quei momenti. In questo caso, richiamando i movimenti interni ed esterni procuriamo uno stato di coscienza che prevede l’associazione dell’abbondanza.


E’ possibile eseguire questo esercizio anche per un solo caso di abbondanza di qualcosa. Occorre semplicemente porsi nella condizione che si è già vissuta ed il cervello userà le sue funzioni per riprodurla.


I movimenti interni esistono da miglia di anni. Bandler, il fondatore della PNL li Ha riscoperti attraverso l’osservazione di oltre 2mila ore di filmati di Milton Erikson, il più grande ipnotista scientifico del suo tempo.


Ricalcando i movimenti interni non ci si auto ipnotizza, semplicemente si creano le condizioni migliori per ottenere ciò che si vuole.


Esistono diversi modi per raggiungere questo risultato, noi ora abbiamo a disposizione tre seminari: il Rubino 1, il 2 ed il 3.


Se non li avete ancora seguiti, affrettatevi a farlo, nelle testimonianze di chi li ha percorsi vi è entusiasmo e soddisfazione.


Puoi essere soddisfatto anche tu se applichi quotidianamente gli esercizi proposti.


Buon divertimento

                                                                  Paolo Oddenino Paris