martedì 26 febbraio 2013

Una storia vera...(condivisione di un vissuto)


Ecco una condivisione di un allievo dell'Accademia di Crescita Personale di Paolo Oddenino Paris:

UNA STORIA VERA ...
Ciao a tutti i guerieri.............questa volta non vi manderò una poesia, ma una storia vera vissuta dal poeta........nel giugno 2008, alla fine del nostro primo anno, andai a Frabosa per frequentare il 5° livello del PEM - Ajna chakra e lettura dell'ombra - E' un seminario veramente stupendo, dove Paolo da un'ulteriore iniziazione veramente sensazionale, ma non è tanto di questo che volevo parlarvi. Facemmo gli esercizi di lettura dell'ombra, prima di oggetti inanimati statici (pietre), poi dei vegetali (piante, alberi) ed infine alle persone. Bene, mentre facevo la lettura dell'ombra di un albero nella collina sopra frabosa, percepii distantamente che l'ombra mi diceva "Questo (Frabosa) è un luogo di potere, ma non è il TUO luogo di potere. Cerca il tuo luogo di potere vicno a dove hai le tue origini". Così, per circa quattro anni, all'incirca fino allo scorso Settembre, ho cercato il mio luogo di potere a Roma e dintorni, ma senza successo. Non riuscivo proprio a trovare un luogo dove "sentire" che i miei poteri e le mie percezioni si esprimessero al massimo livello. Poi, lo scorso mese di settembre, mia cugina mi ha chiesto di accompagnarla al piccolo paese in provincia di Grosseto (Roccastrada) di dove era originaria mia nonna materna. Appena arrivammoi in paese, ho sentito in me delle strane percezioni che sul momento non riuscivo a spiegare, poi ho comiciato a sentire una fortissima energia salire dalla terra verso di me, ed infine, come per magia, si verificavano cose quasi impossibili (per gli altri, non per i guerrieri)............pensavo " Come sarebbe bello rivedere il mio amico pinco pallino, giravo l'angolo della strada e lui era lì".....oppure "Mentre passavo davanti alla banca del paese pensavo chissà dove sara quella carrissima amica dell'infanzia, mi giravo e lei era allo sportello intenta a lavorare............". Per farla breve: ho deciso di ricomprare un picciolo appartamento in paese, in modo da poterci andare ogni volta che avrò bisogno di ricaricare le batterie.........l'incontro per la firma del compromesso è fissato per sabato 15 Dicembre alle ore 10, e vi prego di mandarmi tutta l'energia possibile in modo che tutto vada per il meglio............Grazie a tutti di esserci ed esistere............pace, gioa felicità, energia, serenità e..........................AMOREEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!


Andrea Poeta Romano

lunedì 25 febbraio 2013

Prove e Certezze (POP)



Prove e Certezze




Se vuoi attraversare la strada, prima guardi a sinistra poi a destra e se non ci sono rischi, attraversi.

Lo fai con certezza.

Hai mai visto una persona che, dopo essersi accertata che non vi sono auto in arrivo provi ad attraversare la strada?

O lo fa o non lo fa.

Certe cose non si provano, si fanno e basta.

Provare significa perdere tempo, essere assaliti da insicurezza, avere dubbi su se stessi o sulla propria vista…

Se hai imparato ad andare in bicicletta quando avevi sei anni e poi non ci sei mai più andato, cosa faresti se ora, a trent’anni, due amici ti invitassero a fare una passeggiata in bici? Provi a pedalare?

Evidentemente no, pedali e vai.

Dal giorno in cui hai imparato a stare in equilibrio sulla bicicletta nessuno al mondo potrà fartelo scordare! Lo hai metabolizzato. Lo sai fare. E lo fai.

Vi sono cose di cui si ha certezza e nessuno le mette in dubbio.

Altre cose possono non essere certe solo perché non si sono mai provate.

Provare significa sperimentare, subito dopo la sperimentazione vi è la verifica.

Quando una cosa è verificata non necessita più di essere provata una seconda volta, la si esegue e basta.

Chi potrebbe dire il contrario? Solo chi è insicuro, “timido” o addirittura incapace.

Ma se fosse veramente incapace, probabilmente non sarebbe riuscito nemmeno la prima volta.

E’ pur vero che le certezze a volte ci fanno commettere errori, ma solo perché si è data fiducia a persone che non la meritavano.

Se ad un bambino di sette anni viene affidato un compito che potrebbe svolgere solo uno di dodici anni, sappiamo di correre un rischio.

Certo il bambino di sette anni potrebbe portare a termine il compito perfettamente, ma sarebbe un’imprudenza continuare a fargli fare cose che richiederebbero una maturità maggiore.

Ecco perché occorre certezza.

Si è eseguita una prova ed è andata bene, ma approfittare di questo è scorretto.

Nella persona adulta le certezze sono conosciute e se non lo fossero, sarebbe utile informarsi. Oppure sperimentare come detto sopra.

A volte la sperimentazione offre dei risultati sconcertanti, addirittura dannosi, per questo è necessaria, per evitare di commettere lo stesso errore più volte.

Errare umanum est…

Si, vallo a spiegare a chi si è rotto le ossa perché non  ha guardato a sinistra ed a destra prima di attraversare la strada.

Eppure…l’essere umano tende, non sempre per fortuna, a commettere gli stesi errori più volte.

Distrazione? Oppure presunzione? O cos’altro?

Quando non sapevo sciare, nel momento in cui stavo per cadere, mi buttavo io stesso di lato, per evitare il peggio. Un amico, che mi stava insegnando mi disse :”Tu non cadi, tu ti butti a terra. Fai così in quei momenti…” E mi ha insegnato ad evitare di cadere ed a svoltare correttamente.

In realtà mi buttavo a terra per paura di farmi male se fossi rotolato senza controllo.

Anche questa è sperimentazione, ma può essere evitata se hai un buon insegnante.

Quando mandi una cartolina non stai dieci minuti a pensare come scrivere. Scrivi e basta. Solo se stai apprendendo a scrivere ci pensi, ma quando lo sai fare non ti passa nemmeno per l’anticamera del cervello come scrivere. Se mai cosa.

Siamo esseri stupendi direbbe Luigi l’O.B. ed a ragione.

Di quante cose siamo certi verso i trent’anni? Ed a quaranta? Ed a settanta?

Ogni momento è un apprendimento, ogni apprendimento è una certezza.

Tralasciamo i dubbi e le prove.

Sforziamoci di avere il coraggio di agire.

A volte potrebbe sembrare difficile, ma poi, eseguito il fatto, ci viene da sorridere.

Le nostre insicurezze erano solo illusioni!

Prove e certezze fanno parte della vita. Superate le prime rimangono le certezze.

Usiamole con intelligenza.



Un saluto



                                                                     Paolo Oddenino Paris

Il carattere e la personalità (articolo di POP)



Il carattere e la personalità

E’ facile capire che il carattere è formato dalle “caratteristiche” proprie della persona, diversamente è meno comprensibile cosa si  intenda per “personalità”
Ciascuno di noi ha caratteristiche specifiche, alcune simili ad altre persone altre assolutamente proprie.
Una caratteristica, per esempio, potrebbe essere la capacità di ascolto, un’altra quella di dare sostegno, ecc.
La personalità è il modo con cui le caratteristiche vengono espresse.
Esistono persone con caratteristiche spiccate altre con le stesse, ma meno evidenti.
La personalità è invece determinata dall’imprinting ricevuto alla nascita ma anche dalla formazione che la persona si è costruita nel tempo.
Così come non esistono due caratteri identici non esistono due personalità identiche, ma questo sembra ovvio.
Ciò che non è ovvio è il modo con cui ci si rappresenta.
Esso può essere determinato dal momento, dalla condizione di salute, da mille altri fattori.
Noi osserviamo ciò che appare e mai ciò che è, per il semplice motivo che ciò che è…è nascosto!
Non per volontà propria, ma perché il mondo stesso è illusione e di conseguenza anche le persone che vivono in questo mondo rappresentano solo e sempre un’illusione.
Qualcuno potrebbe non essere d’accordo, ecco anche questo fa parte dell’illusione. D’accordo con cosa? Con chi?
Vi sono persone orgogliose del proprio carattere e della propria personalità…ossia orgogliosi di essere un’illusione…
Preferisco essere colui che è.
Ma questo solo chi ha dedicato anni allo studio dello Spirito può comprenderlo.
Non è però un’offesa verso gli altri, solo un constatazione.
Il modo in cui reagiamo agli stimoli fa di noi un essere o un altro.
Esiste la disponibilità ed il suo contrario.
Preferisco la disponibilità, ma questa è solo una mia considerazione.
Carattere e personalità sono state “studiate” da “esperti” relativamente a personaggi storici, quindi esposti secondo una valutazione determinata dalla disponibilità a comprendere sino in fondo le persone.
Ma se la disponibilità fosse stata limitata da pregiudizio?
Da informazioni errate? Da scritti e parole mai veramente autentici?
Quando si forma il carattere? E la personalità? Intendo a che età?
Ne siamo certi? Chi lo ha confermato con sicurezza?
E’ scientificamente provato? A si? In un mondo illusorio ci basiamo su queste prove?
Forse occorre fare quello che una volta si definiva “esame di coscienza”…ma la coscienza dove risiede? Nella mente?
Staremmo freschi!
Sono riuscito a confondervi? 
Non era mia intenzione, solo e sempre, il mio è un invito alla meditazione, all’attenzione, alla buona volontà ed al buon senso.
Certo che tutti siate stati soddisfatti (presuntuoso), di quanto scritto…
Vi auguro una felice giornata.

                                                                  Paolo Oddenino Paris

martedì 19 febbraio 2013

LO ZEN (POP)


Lo ZEN - aricolo di Paolo Oddenino ParisLO ZEN

Tra le diverse discipline Spirituali, quella che, forse, è più conosciuta almeno come nome, è lo Zen.
Vi sono diverse metafore relative allo studio ed alla pratica dello Zen, a me piace citare questa: “La gente che pratica la Via ai nostri giorni non ha ancora capito cosa sia, tanto forte è il desiderio di risultati concreti.”
La stessa cosa possiamo dirla per la nostra via, quella Essena.
Chi ha veramente compreso il vero significato della Via?
Come ogni Tradizione Iniziatica speso ci si aspetta da essa risultati materiali, concreti, visibili e tangibili.
Ma come ogni altra Via essa propone uno studio dello Spirito e non della mera materia.
Ho usato lo Zen come paragone perché è il più conosciuto, ma vi sono altre Vie meno conosciute, altrettanto valide.
Cercare in se stessi è quanti propongono tutte, nessuna esclusa.
Solitamente chi decide di dedicarsi allo Zen in oriente diventa monaco o suora, dedicandosi alla ricerca in monasteri. Da noi non è richiesto questo. Continuiamo a vivere nella società in cui si è inseriti.
Questo fa una differenza enorme poiché se si fosse in un monastero le suggestioni dell’Operal Nero sarebbero meno forti.
Per questo motivo occorre avere più forza nel dedicarsi diligentemente alla ricerca.
I sostenitori del Buddha dicono sia stato carismatico, ma soprattutto pieno di compassione, per indicare una Via oltre la sofferenza.
Indica anche modi per seguire la via suggerendo quattro verità:

1)   Il dolore è ilo risultato dell’impermanenza della vita.

2)   Il dolore è causato dal desiderio che la vita sia diversa da quello che è.

3)   Per far cessare il dolore è necessario far cessare il desiderio.

4)   Il modo per far cessare in desiderio è seguire il nobile ottuplice sentiero.

Ma noi seguiamo gli insegnamenti di Cristo, che di fatto sono solo due :

1) “Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te”   e… 

2) “Ama il prossimo tuo come te stesso”

Tutto l’insegnamento del Cristo potrebbe essere riassunto in queste due semplici frasi.
Semplici, si fa per dire…
La differenza sostanziale tra i due insegnamenti è che Buddha ha dato una serie di indicazioni , lunghe e precise, Cristo solo due oltre ai suoi discorsi che potevano comprendere solo chi aveva orecchie per intendere…
Naturalmente occorre considerare che tra i due vi sono 500 anni di distanza.
Quindi un apprendimento approfondito sia dell’ottuplice via da parte del Cristo, oltre  alle indicazioni provenienti dalle diverse Tradizioni che confluirono in quella Essena
Oggi viviamo in un’epoca in cui vi è confusione. Spiritualità viene confusa con religione e tra le religioni pare vi sia incompatibilità.
Ma se l’essere umano è, oltre al corpo, uno Spirito, perché ci si deve accanire verso religioni che asseriscono di essere le uniche portatrici della verità?
Pace in terra…
Pace nei cuori.
Pace nello Spirito.

A tutti un saluto

                                                                      Paolo Oddenino Paris

venerdì 15 febbraio 2013

La volpe e l’uva (P.O.P.)


La volpe e l’uva



La volpe e l'uva, aricolo di Paolo Oddenino Paris
Si riconosce alla volpe un’astuzia formidabile, però poi la si declassifica con la storiella dell’uva!

Ma se la volpe è così furba, non le si fa fare una figura da scema perché l’uva è troppo in alto!

La volpe troverebbe il modo per acchiapparla.

Ho conosciuto una volpe un giorno e mi ha raccontato che la favola è una barzelletta, perché se la volpe volesse veramente l’uva più in alto salirebbe su una scala.

Ma come fa una volpe a salire su una scala?

“Semplice” mi disse la volpe, “basta prendere quella appoggiata al fienile, posarla delicatamente sulla vigna e mangiarsi tutta l’uva che si vuole!”

“Ma la scala del fienile non è troppo pesante per te volpe?”

“Ma no” disse un po seccata, “non quella che usano gli uomini, ma quella dei bambini, che giocano a fare l’altalena”.

Così si è risolto il problema della favola sbagliata.

D'altronde sarebbe offensivo e contradditorio dire che la volpe è astuta e poi farle fare la figuraccia dell’uva.

Quante persone si sono trovate a dover risolvere problemi senza il sostegno di qualcosa? Anche di una scala?

Prova a salire sul tetto senza nulla, ma solo arrampicandoti…probabilmente rinunceresti. Oppure useresti un attrezzo adatto allo scopo.

Ecco, cerchiamo nei nostri problemi di trovare gli “attrezzi” adatti.

Non intestardiamoci su un solo aspetto. Le possibilità potrebbero essere diverse e tutte di facile applicazione.

L’Iniziato conosce l’astuzia, la gentilezza, la spietatezza e la pazienza. (Forse)

Se usate tutte in determinate occasioni potrebbe uscire da condizioni difficili.

Certamente gli animali ci hanno dato una bella serie di esempi: Sei testardo come un mulo- sei astuto come una volpe- sei pauroso come un coniglio- sei lento come una lumaca- sei viscido come un serpente (tra l’altro il serpente non è viscido!) Sei forte come un toro- sei dolce come un agnellino- sei…un animale. E qui vi è offesa.

A si? E perché?

Solo perché non si è aggiunta una qualità.

Certo che se ci si paragonasse ad una balena…ci sentiremmo un po gonfi. E se il paragone fosse con un avvoltoio, non ne saremmo lusingati.

Sei un leone! Beh dipende cosa si sta facendo, se stiamo sbranando un essere indifeso o se ci stiamo difendendo con la forza del leone, l’emozione sarebbe diversa.

Sei una mucca…mai sentito dire. In genere se rivolto ad una donna il sintagma è un altro…

Durante il seminario dell’animale di Potere di animali ne emergono di stravaganti, di simpatici, di sconcertanti, ma sempre animali sono.

E l’animale di Potere ti sostiene, ti aiuta, ti guida, ti offre le sue qualità senza chiederti nulla in cambio.

E noi, siamo in grado di fare la stessa cosa con gli animali?

E tra esseri umani?

Credo che un’osservazione più attenta del mondo animale ci aiuterebbe a capire meglio l’essere umano, sembra un paradosso e forse lo è, ma a me piace pensarlo.

Voi pensate quello che volete.

Un saluto



                                                                         Paolo Oddenino Paris