mercoledì 27 marzo 2013

Storia di una ragazza...



STORIA DI UNA RAGAZZA CHE PASSA Più TEMPO CON GLI ESSERI INORGANICI CHE NON CON GLI ESSERI UMANI.

Il mio Maestro Paolo Oddenino Paris mi ha chiesto di scrivere alcuni episodi vissuti con i miei amici inorganici, chi ha fatto il sesto anno di Accademia sa per certo chi sono.
In realtà la mia amicizia con loro è stata un po’ altalenante, perché come me anche loro hanno la propria “personalità” e si possono arrabbiare, risentire e quant’altro, li ho scoperti essere perfino gelosi! Sono anche però molto affettuosi ed hanno un gran senso dell’umorismo.
Il mio primo Amico l’ho conosciuto nel giardino di Paolo, è stato lui a presentarmelo, questo è tra quelli più seriosi che abbia incontrato a cui ho voluto molto bene, ma che alla fine mi ha ingannato e per questo di lui preferisco non parlare, se nonché, è stato comunque grazie a questo Amico che ho potuto conoscerne altri.
Vi parlerò di due amici in particolare, uno che ho chiamato Medusa, particolarmente dispettoso e di un altro che chiamo Amico Colorato a cui devo la vita, ma quella è una storia che Paolo non vuole che racconti in giro.
Medusa è un essere inorganico  molto rumoroso e dalle manifestazioni forti. Quando ci siamo conosciuti ero in sosta nella mia automobile in aperta campagna e lui e un suo amico si sono fiondati sul mio parabrezza e per l’occasione hanno assunto una forma spaventosa che ha funzionato alla grande! Ero veramente spaventata e per poco non mi è preso un colpo quando uno dei due si è appiccicato al finestrino dell’auto accanto a me, mentre l’altro era indietreggiato appena. Era proprio brutto aveva il volto di uno gnomo con tanti tentacoli marroni tutti intorno. Capii che era arrivato il momento di tagliare la corda e non esitai a farlo, ma quello mi veniva dietro fino a quando non chiamai Paolo, allora non lo percepii più, ma una volta arrivata a casa eccolo di nuovo, a quel punto lo saprannominai Medusa e diventammo amici, chiedendogli però, di manifestarsi in altro modo. Raramente capitava che andassi io a cercarlo, il più delle volte era lui che veniva da me ed ogni volta con una “sorpresa” a seguito. Mi ha svegliato un sacco di volte in piena notte facendomi suonare i tasti del timer che usavo per gli esercizi, di tanto in tanto premeva anche lo start, così l’allarme scattava dopo un po’. Per un periodo dovetti togliere le pile a tutti i timer e sveglie che avevo in casa prima di andare a dormire.
Una  volta ero a cena con un mio caro amico (umano) e Medusa è arrivato facendomi suonare i tasti del timer in modo tale da ritmare una sorta di musichetta, il mio amico fece una faccia sorpresa guardando in direzione della mia borsa, ma continuò a parlare. Io facevo finata di nulla e Medusa continuò fino a quando dovetti sussurrargli di smetterla, nel farlo gli diedi involontariamente anche una piccola gomitata e quando alzai lo sguardo il mio amico era bianco in volto e non parlava più. Dovetti inventarmi sul momento una scusa che non stava in piedi e che il mio amico non bevve, ma non ebbe mai il coraggio di chiedermi cosa fosse realmente accaduto.
Di episodi simili ne sono sussessi diversi, Medusa amava spaventare i miei amici e mettermi in imbarazzo, ma superò il limite con i miei colleghi di un mobilificio in cui lavoravo come arredatrice.  Durante una riunione con il mio capo, che mi mostrava il nuovo catalogo di un’azienda di illuminazione, Medusa arrivò battendo un forte colpo contro la parete in vetro alla quale vi era accostato il tavolo a cui eravamo seduti. Il mio capo alzò la testa e guardò il vetro, io mi sentivo morire in quanto altre volte erano successi sempre con me presente episodi strani, ma speravo che questa volta se ne andasse o che per lo meno rimanesse in silenzio. Continuò con altri colpi meno violenti contro il vetro e sapevo che se non gli avessi risposto in qualche modo, avrebbe continuato e mi trovai con “disinvoltura” a battere un colpetto con la matita sul piano del tavolo. Lui rispose con altri tre colpi sul vetro e io dovetti rispondere con altri tre colpi un po’ più secchi sul tavolo, a quel punto sembrava soddisfatto, ma il mio capo che mi guardava ingrugnito no. Stava per farmi domande, quando con “disinvoltura” presi in mano io il catalogo e voltando pagina mostrai a lui un lampadario, dicendo che quello lo trovavo davvero bello e aggiunsi che mi sarei segnata il nome del modello perché volevo proporlo ad una mia cliente, ma quando lessi il nome ad alta voce mi venne da ridacchiare: il modello si chiamava Medusa… anche in questo caso senza quasi rendermene conto, mi voltai verso l’amico inorganico e in modo sarcastico sussurrai : “già, molto divertente”.  Rigirandomi verso il mio capo, capii che mi ero messa nei guai. Provai a cambiare discorso, ma questa volta lui borbottò qualcosa tipo: “ No, scusa, ma che…?” Io lo guardai come se fosse pazzo e approfittai del suo momento di confusione per alzare i tacchi e allontanarmi, ma appena in piedi, Medusa pensò bene di battere un ultimo colpo sonoro sulla parete in vetro e io dovetti affrettarmi ad uscire dalla stanza e dirigermi verso il mio ufficio. Il mio capo passò allora davanti il mio ufficio guardandomi ancora ingrugnito ed io continuai a guardarlo da prima come se no capissi cosa volesse e poi ancora come se lui fosse pazzo.
La voce si era sparsa all’interno del mobilificio in modo riservato e non mancò occasione per Medusa di manifestarsi con i miei colleghi. Non risparmiò neanche una delle impiegate, che venuta a trovarmi  nel mio ufficio, mi sedeva difronte al di là della scrivania. Medusa tirò un colpo violento sulla sedia accanto a lei e poi subito dopo sulla porta a vetri dando l’impressione che fosse uscito velocemente. La ragazza aveva seguito con la testa il movimento dei due colpi e poi si voltò verso di me con aria stupita e preoccupata. Io rimasi inespressiva facendo finta di niente, ma lei non ci cascò e mi disse: “Ma tu cos’hai, gli amici invisibili?...” A quel punto scoppiai a ridere e lei non la prese bene, perché sembrò spaventarsi ulteriormente tanto da alzarsi e andarsene. La mia “carriera” in quel mobilificio finì da lì a breve.
Per questo ed altri motivi incominciai a evitarlo e ignorarlo, soprattutto perché spaventava continuamente i miei cani. Un giorno ero seduata sul letto che mi stavo infilando le scarpe, quando ad un certo punto, vedo la mia cagnolina sfrecciarmi accanto come se l’avessero lanciata. Lei piccolina, durante il volo si voltò in dietro verso di me e attrerrò sul pavimento con un testa coda. Sorpresa mi rivolsi a lei con dolcezza: “ Ma cosa fai?...” La cagnolina venne verso di me, però subito dopo si rifugiò sotto il letto. Quella non fu di certo una cosa di Medusa che apprezzai…
L’altro mio amico inorganico, quello che chiamo Colorato, è ben diverso da Medusa. Lui si comporta come un vero amico, in ogni momento di mio di successo lui è presente come per congratularsi e condividere la gioia con me, ma è anche spesso presente nei momenti di sconforto e interviene facendo anche solo qualcosa di semplice, come un saluto, ma assolutamente nel momento giusto, cambiandomi stato emotivo e quindi la giornata. Una volta lo fece anche con mia madre: mentre lei mi parlava dei suoi problemi, sembrava essere entrata in uno stato quasi depressivo e l’Amico Colorato intonò un’allegra musichetta schiacciando i tasti del suo timer. Mia madre sorrise e mi guardò stupita e io le suggerii di salutarlo: “Cosa devo fare?...” mi chiese mia madre un po’ confusa, “ E’ un amico, non essere timida. Saluta è venuto a trovarci”. “ Ah, ok… ciaooo”. Lo disse con un filo di voce, ma si dimenticò immediatamente dei suoi problemi e lui educatamente rispose con un altro “bip”, così decidemmo di fare merenda. (Mia madre fa l’Accademia e sa chi sono gli esseri inorganici, anche se quella era la prima volta che ne conosceva uno).
Colorato si conquistò il suo nome grazie ai colori luccicanti della sua energia in occasione del nostro primo incontro: sembrava quasi una nuvoletta allestita con luci natalizie. Ci salutammo come vecchi amici, tanto da farmi pensare che ci conoscessimo da chissà quanto tempo. Non si allontanò più da me per diversi anni, ogni giorno era con me dandomi la sveglia al mattino con un sonoro colpo sulla cassettiera o alzandomi una mano o il braccio intero. Una mattina affettuosamente mi sollevò il braccio e mi diede un “puffetto” sulla guancia. La cosa, per quanto tenera,  mi lasciò un po’ interdetta, considerando che, in quel caso, dormire da sola si rivelava essere una fortuna… Un altro mio amico, che veniva a trovarmi, incominciò a pensare che avessi la casa stregata o infestata dai fantasmi e manifestò un certo disagio a venire a prendere un caffè da me e così ci vedavamo a casa sua o in giro con altri amici…, ma in quel periodo c’era ancora Medusa che gironzolava in zona.
Quando facevo tardi al lavoro Colorato mi avvisava sempre in tempo perché io potessi fare nel giusto orario degli esercizi che Paolo ci dava in Accademia, oppure mi aspettava perché voleva farmi verede delle cose e così lo seguivo. Una volta mi fece vedere un essere inorganico che, paragonato all’uomo, poteva essere un cane… non capii perché me lo stesse mostrando, comunque poi mi ritrovai in un prato luminoso pieno di amici inorganici, tranquilli e affabili, mentre ero seduta nella mia auto di notte.
Una volta, Colorato,  mi suggerì anche di portare particolare attenzione ad una persona, creando un lampo intensissimo di luce dietro a questa, suggerimento che seguii e, ad oggi, questa persona è il mio migliore amico. Al contrario, quando qualcuno a lui non convince, Colorato mi dà dei segnali “violenti”, ad esempio, facendo cadere qualcosa nella stanza in cui mi trovo con quella persona. Mi ricordo di un episodio in cui ho conosciuto un ragazzo russo che si spacciava per “maestro veda” e che mi parlava della sua tradizione spirituale indiana e di come il suo maestro, anch’esso russo, lo aveva incaricato di andare in giro per il mondo per insegnare quanto appreso. Ci trovavamo in un ufficio nel retro di una sala espositiva con altre persone, ma a Colorato lui non piaceva affatto e fece cadere dei libri dalla libreria dietro di me. Effettivamente più parlava e più mi accorgevo che non era un tipo del tutto sincero e che il motivo per cui si trovava in Italia era probabilmente diverso da quello che andava raccontando. Il ragazzo ed io ci dirigemmo verso il parcheggio sotterraneo, ma appena passati nel corridoio di questo, setimmo un fortissimo tonfo alle nostre spalle e girandomi mi accorsi che Colorato aveva fatto cadere il vetro in plex giallo della pompa d’acqua per l’antincendio, che per inciso, era avvitato al muro con quattro viti. Non frequentai molto quella persona se non in occasioni di “lavoro” e questa, a distanza di pochi mesi, si rivelò essere un delinquente e dovette scappare via dall’Italia per furto.
Oltre ad episodi di questo genere, capitò che un amico inorganico, intervenne anche in modo energetico svegliandomi in piena notte e tirandomi un colpo fortissimo al nucleo energetico. Ovviamente non mi fece male, al contrario, se da prima sentivo nel mio nucleo tanti centri concentrici come quando si lancia qualcosa in acqua, poi sentii tutti i chacra girare velocemente e accorgendomi di un blocco all’altezza della gola, mi sono resa disponiblile e l’amico inorganico fece girare l’energia in quella zona più velocemente fino a quando non ho sentito più il blocco alla gola.
Di esseri inorganici ne esistono di ogni tipo, come d’altronde esistono persone di ogni tipo.
Una notte prima di addormentarmi mi lassciai andare ad un movimento energetico che sentivo e mi ritrovai in un mondo stranissimo e nel quale mi calai giù nell’unica apertura che esisteva, simile ad un cratere pieno d’acqua. Non avevo la mia forma fisica, ma la cosa non mi disturbava affatto, se nonchè, quell’ “acqua” era strapiena di “meduse” o meglio, di esseri inorganici con una forma simile. Mi ritrovai circondata e mi sentivo tidare ancora più a fondo da loro tanto da aver difficoltà a riemergere e scappare via. Siccome ero sveglia, mi diedi il comando di sentire il mio corpo steso sul letto e di avere il più possiblile la percezione di ogni sua parte, così tornai dendro e aprii gli occhi osservando la mia camera in penombra e accesi la luce. Mi seintii pungere forte la gamba come se qualcosa vi fosse avvinghiata e la mia cagnolina sembrava impazzita percorrendo con il suo musetto tutto il mio polpaccio avanti e in dietro, annusando come in cerca della preda. Mi ero portata dietro, nella mia stanza, un inorganico di quel posto… gli ordinai di staccarsi dalla mia gamba e così fece, ma non contento continuò a pungermi l’interno del braccio. Ripresi a protestare e così si limitò solo a fare un gran rumore battendo sulla borta e non lasciandomi dormire per l’intera notte. Quel posto non mi era piaciuto per niente e nemmeno i suoi “abitanti” e Paolo, quando gli raccontai l’episodio, mi rimproverò dicendo che non dovevo andarmene in giro da sola per i mondi senza un pilota, anche se era stato un episodio “involontario”.
Capita che di amici inorganici ne incontri spesso anche nel sogno consapevole e con alcuni di questi ci litighi pure: ce n’è uno che assomiglia ad una volpe e che chiamo Volpe appunto, con il quale vado d’accordo una volta su tre, ma insieme andiamo parecchio in giro.
Ecco, tutto qui, questi sono alcuni episodi vissuti con i miei amici.
Rosa Spinosa                                                 
ATTENZIONE: EVITATE DI INTRATTENERE RAPPORTI CON GLI ESSERI INORGANICI. LA PERSONA CHE HA SCRITTO L’ARTICOLO E’ UNA DELLE POCHISSIME CHE HA IL BUON SENSO DI NON AVERE MAI STRETTO UN “PATTO”.
                                                                                       Paolo Oddenino Paris

La medicina oggi



La medicina oggi

Paolo Oddenino Paris - la medicina oggi
Diversamente dalla chirurgia che in questi ultimi anni ha fatto passi da gigante, la medicina allopatica…anche, ma per farti prodotti che non GUARISCONO , ma solamente ti fanno sentire un po’ meglio.
D’altronde se guarissi con una sola pillola…che affare sarebbe per le case farmaceutiche.
Molto meglio tenerti buono, buono per una decina di giorni assumendo della “merda” anziché darti i veri rimedi.
So bene che questo articolo mi attirerà le ire di …chi non so. Eh già, perché gli imprenditori delle case farmaceutiche sono sconosciuti e quelli che appaiono non sono altro che burattini manovrati dal burattinaio!
Per mia fortuna ho avuto una nonna esperta in erbe e rimedi naturali, che ho appreso sin dall’infanzia. Oggi posso “passare” quei rimedi ad amici raccomandando in ogni caso di farsi vedere dal medico, giusto per evitare una denuncia per abuso della professione medica!
E’ però vero che, dopo la visita medica e la ricetta ricevuta, molti si sono invece serviti di erbe, pappette, o solamente di ACQUA…per guarire definitivamente dal loro disturbo.
Sono amico di qualche medico e tutti quanti sono d’accordo su quanto sto affermando in questo articolo, ciononostante per professione non possono esimersi dal dare medicine (veleno) ai loro pazienti. Solo a qualcuno, con i quali si è instaurato un rapporto di fiducia, il medico suggerisce altro tipo di terapia.
ATTENZIONE : se hai la polmonite assumi di corsa gli antibiotici contenenti penicillina che il medico ti prescrive, sarebbe troppo rischioso cercare di farsela passare con la “muffa”, elemento che contiene penicillina…
Come in tutte le cose occorre usare intelligenza e buon senso.

Quasi tutti gli Autunni inizia la campagna pubblicitaria per far assumere al popolo bue il “vaccino” anti - influenza.
In Italia, finalmente, pochissimi ci cascano e NON  prendono l’influenza!
Magia? NO, rispetto per se stessi e la ferma determinazione di non farsi più “influenzare” dalle insinuanti informazioni subliminali che Radio, TV e giornali vari ti propinano!

Diversamente la chirurgia ha veramente elaborato tecniche raffinate e meno invasive, la chirurgia però si discosta dalla medicina come un fringuello dal gatto.

A tutti l’augurio di essere in ottima salute

                                                                   Paolo Oddenino Paris

martedì 26 marzo 2013

La lealtà



La lealtà


E’ sempre difficile descrivere una qualità. La lealtà è una delle qualità più difficili da definire, esprimere e forse capire.
Molte persone considerano la lealtà l’essere “leali” verso…un amico, un gruppo, un socio, ecc.
A mio avviso essa è molto di più: è coraggio di esprimere senza offendere, le proprie considerazioni, quando sono contrarie ad un pensiero o un’azione compiuta da chi ci è vicino.
Lealtà è evidenziare, con gentilezza, gli errori degli altri, specie se questi sono amici. Lealtà è accettare di essere criticato da un amico e non turbarsi o arrabbiarsi perché ci ha mostrato un nostro “difetto”, anzi lo si dovrebbe ringraziare per la sua collaborazione a renderci migliori.
Lealtà è anche tacere quando le parole sarebbero superflue. Non mi sto riferendo ai “non detti” che sono tutt’altra cosa! In questo caso il silenzio è  una forma di lealtà. Vi è molto di più.
Se un tuo amico venisse danneggiato, forse ti interesseresti ad aiutarlo…se non  lo fai significa che la tua lealtà è piuttosto debole, ossia non autentica.
Un giorno mi raccontarono una storia; un tizio stava tramando alle spalle di un socio della stessa azienda. Un impiegato scoprì il fatto. Era una persona leale, riconoscente ai datori di lavoro e decisamente onesto.
Si recò dal socio che stava per essere danneggiato e gli spiegò quanto aveva scoperto. Quanto successo dopo, in questo contesto non ha importanza, ma l’assurdità invece si. Il socio sleale si infuriò con l’impiegato, minacciando di licenziarlo, se non avesse ritrattato quanto detto.
L’impiegato non ci mise nemmeno un secondo nel dire che non lo avrebbe mai fatto e che era disposto a perdere il posto pur di mantenere la sua versione, che era la verità scoperta da lui, in modo del tutto casuale.
Non fu licenziato. I soci divisero l’azienda e lui rimase con quello che sarebbe stato “fregato” dall’altro. Due anni dopo divenne lui stesso socio.
La lealtà premia.
Certamente l’impiegato aveva ottime qualità per assumere il nuovo ruolo, di fatto però non sarebbero mai emerse se non si fosse comportato in modo leale.
Muoversi in difesa di chi ti ha dato qualcosa non è da tutti.
Il “menefreghismo” imperversa e, la scusa ovviamente è sempre la stessa; “è causativo”.
Vorrei che immaginasi da essere dal dentista che sta per trapanarti un dente, ma l’anestesia non ha compiuto a fondo il suo “lavoro”…potrai urlare e poi sentirti dire: “Sei causativo”! Che effetto ti farebbe?
Ti domanderai cosa c’entra questo con la lealtà…non ho intenzione di spiegarlo, vorrei ci arrivaste da soli. Chiedo troppo?
Mi auguro che quanto esposto abbia fatto riflettere e meditare quanto si è veramente leali e non solo disposti a ricevere…
Inoltre vi ricordo che dare e ricevere sono la stessa cosa.
Per chi ha capito complimenti e per chi non ha capito un fico secco…si dia da fare poiché la vita potrebbe riservarti “sorprese”.
Certamente la sorpresa più gratificante è scoprire che, da chi meno te lo aspetti, si riveli una lealtà incrollabile.
A tutti un augurio di incontrare queste persone.


                                                                    Paolo Oddenino Paris

ASSOLTO !!! Ecco l'articolo della Stampa in cui si rende pubblica nel 1985 l'assoluzione di Paolo Oddenino Paris



preso dal sito ufficiale

Ecco l'articolo che nel 1985 rese pubblica l'assoluzione di Paolo Oddenino Paris, NON ha commesso reato!

"Riporto qui uno dei pochissimi articoli in cui, finalmente, si parla della mia assoluzione relativa alla presunta “violenza carnale”.
Dal momento che vedendo il mio nome su internet, più persone credono ancora a quegli imbroglioni che hanno pubblicato, in modo anonimo, tutta le falsità possibili su di me, diffamandomi.
Infine cesserò definitivamente di parlare di questo argomento, lasciando all’intelligenza dei lettori di desumere quanto vogliono.
Paolo Oddenino Paris
P.S: NON è stato l’Avv. Foti ad ottenere la mia assoluzione, bensì l’Avv. Gianpaolo Zancan!"