Dialogo con Carlos Castaneda 3
“Come sai, la
realtà che ci circonda è una pura illusione” disse Carlos Castaneda: “Ma
nonostante questo continuiamo a servirci di essa, diversamente non avremmo un
altro modo di vivere”.
“Concordo” dissi io, “vi è però un elemento di questa
illusione che, pur permettendoci di vivere intimamente con essa, è
particolarmente dissonante: riconoscere l’illusione e servirci di essa per
sopravvivere”.
“Tutti
sopravvivono” Riprese Castaneda: “Ma non tutti sono consapevoli che la
sopravvivenza non è che un ricordo. Le persone vivono nel loro passato e del
loro passato, quasi nessuno vive nel presente”.
“Sono d’accordo anche su questo” Ripresi io “Ma come è
possibile secondo te lasciare il ricordo e permanere sempre e solo in tempo presente?”
“Non è necessario lasciare il ricordo, la
formula sarebbe di non servirsi di esso, ma anche questo è difficile poiché
tutti, indistintamente, fanno del ricordo un modo mediante il quale
proiettarsi nel futuro. Prendi un imprenditore, per esempio, si servirà sempre
del ricordo di elementi che lo hanno soddisfatto per reiterare i propri
progetti”.
“Vero” Ripresi io “Ma noi non siamo imprenditori, non nel
senso comune del termine…anche se tu, con il tuo comportamento, hai fatto dello
scrivere un’imprenditoria…”
“Cosa fai, mi
sfotti? Io ho scritto perché me lo ha suggerito il mio mentore Don Juan e se
poi i miei libri hanno avuto successo…beh non era nelle mie intenzioni farne un
AFFARE…ti è chiaro questo?”
Sorrisi: “Ti sei sentito toccato? Non era mia intenzione discutere i tuoi
lavori, solo comprendere come riesci a seguire la Via che hai scelto essendo
diventato famoso in tutto il mondo?”
“E chi mi conosce? Tu adesso, i miei compagni di lavoro sciamanico e…chi
altri? Sai, di me dicono cose assolutamente fuorvianti. Io vivo secondo la
regola che mi ha dato don Juan…e tu?
“Secondo quella che mi ha dato Martin!” Dissi
sorridendo.
“Appunto. E tutto questo ci porta fuori
dalla realtà illusoria anche se ce ne serviamo, d’altronde…mettiamo benzina
tutti e due per viaggiare…”
“E paghiamo le tasse!” Dissi un po’ ironico.
“Forse si forse no….nessuno mi conosce,
nessuno sa dove vivo…però le tasse le pago…” Disse Castaneda quasi
tristemente.
“D’altronde, per seguire don Juan, ho
pagato molto di più che qualunque tassa, è però vero che ho ricevuto molto di
più di chiunque abbia pagato milioni di dollari di tasse!”
“Anch’io ho pagato qualcosa a Martin…pizze,viaggi,
spaghetti aglio olio e peperoncino…ma ciò che mi ha dato lui, nessuno al mondo
avrebbe potuto darmelo”. Confermai a mia volta.
“A volte mi chiedo se siamo fortunati…ma non
credendo nella Dea bendata, ritengo che la vita come la viviamo noi sia l’unica
possibile”. Disse Castaneda guardando lontano.
“Eppure…ti direbbe don Juan”
Dissi sorridendo.
“Eppure…non abbiamo avuto scelta!” Disse Castaneda con decisione.
Qui termino. Alla prossima.
Paolo Oddenino Paris
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