martedì 26 marzo 2013

La lealtà



La lealtà


E’ sempre difficile descrivere una qualità. La lealtà è una delle qualità più difficili da definire, esprimere e forse capire.
Molte persone considerano la lealtà l’essere “leali” verso…un amico, un gruppo, un socio, ecc.
A mio avviso essa è molto di più: è coraggio di esprimere senza offendere, le proprie considerazioni, quando sono contrarie ad un pensiero o un’azione compiuta da chi ci è vicino.
Lealtà è evidenziare, con gentilezza, gli errori degli altri, specie se questi sono amici. Lealtà è accettare di essere criticato da un amico e non turbarsi o arrabbiarsi perché ci ha mostrato un nostro “difetto”, anzi lo si dovrebbe ringraziare per la sua collaborazione a renderci migliori.
Lealtà è anche tacere quando le parole sarebbero superflue. Non mi sto riferendo ai “non detti” che sono tutt’altra cosa! In questo caso il silenzio è  una forma di lealtà. Vi è molto di più.
Se un tuo amico venisse danneggiato, forse ti interesseresti ad aiutarlo…se non  lo fai significa che la tua lealtà è piuttosto debole, ossia non autentica.
Un giorno mi raccontarono una storia; un tizio stava tramando alle spalle di un socio della stessa azienda. Un impiegato scoprì il fatto. Era una persona leale, riconoscente ai datori di lavoro e decisamente onesto.
Si recò dal socio che stava per essere danneggiato e gli spiegò quanto aveva scoperto. Quanto successo dopo, in questo contesto non ha importanza, ma l’assurdità invece si. Il socio sleale si infuriò con l’impiegato, minacciando di licenziarlo, se non avesse ritrattato quanto detto.
L’impiegato non ci mise nemmeno un secondo nel dire che non lo avrebbe mai fatto e che era disposto a perdere il posto pur di mantenere la sua versione, che era la verità scoperta da lui, in modo del tutto casuale.
Non fu licenziato. I soci divisero l’azienda e lui rimase con quello che sarebbe stato “fregato” dall’altro. Due anni dopo divenne lui stesso socio.
La lealtà premia.
Certamente l’impiegato aveva ottime qualità per assumere il nuovo ruolo, di fatto però non sarebbero mai emerse se non si fosse comportato in modo leale.
Muoversi in difesa di chi ti ha dato qualcosa non è da tutti.
Il “menefreghismo” imperversa e, la scusa ovviamente è sempre la stessa; “è causativo”.
Vorrei che immaginasi da essere dal dentista che sta per trapanarti un dente, ma l’anestesia non ha compiuto a fondo il suo “lavoro”…potrai urlare e poi sentirti dire: “Sei causativo”! Che effetto ti farebbe?
Ti domanderai cosa c’entra questo con la lealtà…non ho intenzione di spiegarlo, vorrei ci arrivaste da soli. Chiedo troppo?
Mi auguro che quanto esposto abbia fatto riflettere e meditare quanto si è veramente leali e non solo disposti a ricevere…
Inoltre vi ricordo che dare e ricevere sono la stessa cosa.
Per chi ha capito complimenti e per chi non ha capito un fico secco…si dia da fare poiché la vita potrebbe riservarti “sorprese”.
Certamente la sorpresa più gratificante è scoprire che, da chi meno te lo aspetti, si riveli una lealtà incrollabile.
A tutti un augurio di incontrare queste persone.


                                                                    Paolo Oddenino Paris

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